Con il termine Slow Working si fa riferimento a una vera e propria filosofia, sviluppatasi e affermatasi in maniera significativa nell’ultimo decennio, che mira a ridefinire l’approccio al lavoro attraverso l’importanza della sostenibilità dei ritmi lavorativi a favore di maggiore concentrazione e maggiore benessere dell’individuo.
Il concetto di rallentare i ritmi di lavoro in un mondo sempre più frenetico, si ispira a precedenti teorizzazioni e pratiche inserite nel più ampio “Slow Movement”, nel quale si iscrivono sia il concetto di Slow Food, produzione attenta alla sostenibilità e alla qualità della filiera alimentare, sia il famoso libro di Carl Honoré, Elogio della Lentezza (2004), in cui si afferma la necessità di dare spazio alla lentezza in ogni ambito del nostro vivere quotidiano, per riscoprire l’importanza della riflessione, della concentrazione e dell’attenzione, per ascoltarsi e ascoltare, per godere degli istanti e delle azioni che danno significato al nostro fare.
I princìpi dello Slow Working
La filosofia della lentezza applicata al mondo del lavoro, in Italia in particolare, la si deve all’Associazione Sloworking, presieduta da Vanessa Trapani, in cui, soprattutto le donne si sono interrogate su quelli che sono i ritmi lavorativi imposti da un mondo produttivo sempre più vorace e veloce, poco incline a lasciare spazio al benessere dell’individuo a favore di una produttività intensa.
Vanessa Trapani, intervistata da Lavoro24, canale de il Sole 24 Ore orientato alla formazione e al lavoro, sottolinea proprio l’importanza del rapporto tra lentezza e ritmo, in cui la nuova concezione del lavoro non significa “pigrizia” o “disinvestimento”, bensì proprio ritmo, inteso come armonia, come un procedere e un fare in accordo con le proprie esigenze di benessere non solo personale, ma anche, e di conseguenza, professionale.
Il pensiero di fondo si basa sulla necessità di ottenere risultati qualitativamente migliori che non sono legati e determinati dalla quantità di ciò che si produce, anzi, ma ottenuti grazie a lavoratori adeguatamente focalizzati sulle proprie attività, grazie a un benessere individuale raggiunto in condizioni di assenza di stress, sovraccarico, frustrazione e stanchezza.
La consapevolezza di ambienti di lavoro più orientati alle esigenze dei lavoratori in termini di benessere è sempre più diffusa e la necessità di raggiungere condizioni non solo accettabili, ma altamente favorevoli ad esso è sempre più urgente.
L’obiettivo dello slow working è dunque non rallentare, bensì migliorare il proprio lavoro, favorendo maggiore lucidità e presenza nelle operazioni e nelle attività in cui ci si focalizza. Vuol dire riuscire a dare il massimo in quei momenti in cui, privi d’ansia legata alle incessanti pressioni, si possa lavorare al pieno delle proprie possibilità.
Pe realizzare tali condizioni, alcuni princìpi di base:
- Concentrazione e Lavoro Profondo: invece di saltare tra mille attività, lo slow working incoraggia a dedicare blocchi di tempo ininterrotti a un’unica mansione importante. Questo permette di entrare in uno stato di “flusso” e di produrre lavoro di qualità superiore.
- Gestione Consapevole del Tempo: è fondamentale pianificare in modo realistico, stabilire priorità chiare e imparare a dire di no a ciò che non è essenziale. Non si tratta di riempire ogni minuto della giornata, ma di utilizzare il tempo in modo strategico.
- Riduzione delle Distrazioni: l’ambiente digitale è spesso una fonte inesauribile di interruzioni. Lo slow working suggerisce di limitare le notifiche, chiudere le schede del browser non necessarie, per esempio, e creare uno spazio di lavoro che favorisca la concentrazione.
- Pausa e Recupero: le pause regolari e significative sono fondamentali per mantenere alta l’energia e la lucidità mentale. Lo slow working riconosce l’importanza del riposo, del sonno adeguato e di attività rigeneranti al di fuori del lavoro.
- Qualità vs. Quantità: l’enfasi è posta sulla produzione di un lavoro di alta qualità piuttosto che su un elevato numero di ore lavorate. Questo spesso porta a risultati migliori con meno spreco di energia.
I Benefici dello Slow Working
Adottare i principi dello slow working può portare a numerosi vantaggi sia per i singoli individui che per le organizzazioni:
- Maggiore Qualità del Lavoro: la concentrazione profonda porta a un lavoro più accurato, innovativo e privo di errori.
- Aumento della Creatività: un ritmo meno frenetico permette al cervello di elaborare le informazioni in modo più profondo, favorendo nuove idee e soluzioni.
- Riduzione dello Stress e del Burnout: un approccio più controllato al lavoro diminuisce la sensazione di essere sopraffatti, prevenendo l’esaurimento.
- Migliore Equilibrio Vita-Lavoro: avendo più controllo sul proprio tempo e sulla propria energia, è più facile dedicarsi anche ad altre sfere della vita personale.
- Aumento della Soddisfazione Lavorativa: produrre un lavoro di qualità aumenta il senso di realizzazione e soddisfazione.
- Efficienza a Lungo Termine: anche se può sembrare controintuitivo, rallentare può portare a una maggiore efficienza complessiva nel lungo periodo, evitando la necessità di rifare lavori o gestire crisi dovute a superficialità.
Conclusioni
Le teorizzazioni sui nuovi approcci al lavoro sono ancora motivo di acceso dibattito nel mondo imprenditoriale, per gran parte ancora legato al classico concetto di lavoro rigidamente strutturato, che lascia poco spazio alla persona a favore della mera funzione che ella svolge, a prescindere dalle condizioni o dalle esigenze.
In realtà negli ultimi anni sono stati tanti gli studi che hanno dimostrato quanto invece sia fondamentale la lungimiranza di investire nel valore della persona più che nella quantità di ore lavorate, nel controllo e nella produttività veloce. Fretta, scarsa attenzione, stanchezza, ansia, stress, inducono a commettere molti errori, inficiando sul livello di qualità e la soddisfazione del cliente.
In condizioni di sovraccarico si rischia di lavorare in maniera sommaria, poco soddisfacente e molto faticosa, rendendo complicata la comunicazione tra colleghi, lo scambio e il tempo per creare squadra, intesa e vera collaborazione, tutte situazioni che contribuiscono a percepire l’ambiente lavorativo un luogo dal quale scappare, a scapito del know-how nel frattempo costruito, vero patrimonio di tutta l’organizzazione.
Lavoratori esperti perdono entusiasmo e interesse, i nuovi talenti non vengono attratti da una realtà disinteressata al loro valore e alle loro reali potenzialità, rendendo difficile creare un’organizzazione forte della propria identità e della squadra che deve rappresentarla.
Il cambiamento culturale in questo senso incontra ancora tante resistenze in un mercato sempre più competitivo, ma forse cambiando punto di vista, allargando lo sguardo a un contesto più ampio, si potrebbero cogliere elementi fondamentali a che esso si percepisca non solo possibile, ma in molti casi necessario.
Scritto da Anna Minutillo
Foto di RDNE Stock project – pexels
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