Ogni azienda ha una storia e, lunga o breve che sia, ogni storia ha il suo percorso determinato da differenti fattori. Alla base di ogni storia ci sono persone e motivazioni, circostanze e scelte, comportamenti, regole, idee, obiettivi. Quando si parla di cultura aziendale ci si riferisce a tutto questo. La cultura aziendale fa parte del DNA di un’azienda e ne determina l’identità, rendendo unico e riconoscibile ogni brand.

Visione, Missione, Valori sono le fondamenta della cultura aziendale dalle quali costruire ogni realtà imprenditoriale che intenda accettare in ogni tempo le sfide che lo caratterizzano e, soprattutto, i cambiamenti che si impongono.

La Visione è generata da chi ha fondato l’azienda, da chi ha “visto” e immaginato il progetto con obiettivi e proiezioni, disposizioni e intenti da realizzare in uno specifico contesto a partire da specifiche condizioni e presupposti. La visione è generata da un’intuizione o da lunghe riflessioni: in ogni caso richiede coraggio e tanta determinazione. La visione è la fiamma da mantenere accesa e governare ad ogni folata di vento. La visione è l’orizzonte verso il quale tendere.

La Missione è il modo in cui la visione viene preservata, assecondata e nutrita: il tipo di cammino che si segue guardando sempre avanti, verso quell’orizzonte.

La visione sono le motivazioni che spingono l’imprenditore verso l’impegno lungo tutta una vita, la missione è la strategia che adotta per tenere fede a quell’impegno.

Alla base di entrambe ci sono i Valori, cioè i criteri adottati per attuare la strategia volta a realizzare il progetto. I valori sono le pratiche concrete attraverso le quali si comunicano e trasmettono visione e missione.

Visione, missione e valori si diffondono e vivono attraverso le relazioni e i comportamenti. Dal titolare, al manager ai dipendenti, ognuno in linea con il proprio ruolo fa parte di quello che potremmo considerare come un unico organismo che vive e cresce grazie al comune intento di tutte le sue parti.

Ogni organismo, per sua stessa natura, per istinto, deve adattarsi all’ambiente nel quale cresce e alle trasformazioni che in esso si succedono. Più forte e sano è l’organismo, meglio risponderà agli stimoli esterni e meglio affronterà il cambiamento.

Affrontare il cambiamento vuol dire spessissimo ripensare la strategia e/o i mezzi attraverso i quali attuarla, senza mai perdere di vista la visione. Flessibilità nella missione, solidità della visione.

La flessibilità della missione permette infatti di essere pronti all’avvento di scenari del tutto nuovi e a volte improvvisi come la repentina corsa alla digitalizzazione o il ripensare spazi e contesti di lavoro dettati dalla necessità del remote working.

Adattarsi velocemente permette di acquisire e mantenere competitività.

La differenza tra cultura imprenditoriale che inibisce la trasformazione attraverso il concetto dell’“abbiamo sempre fatto così” a dimostrazione di quanto si fatichi ad abbandonare vecchi schemi, obsoleti in momenti di epocali cambiamenti, e la cultura aziendale che invece accompagna e favorisce la transizione, risiede proprio in una mentalità orientata alla flessibilità, alla netta distinzione, non meno importante, tra la visione e la missione.

Se l’atteggiamento del vertice aziendale, sia esso rappresentato dal titolare o dai manager e team leader, si orienta verso l’apertura al contesto, la lettura dell’attualità e delle necessità che implica e, contemporaneamente in questo percorso coinvolge tutti i dipendenti e i collaboratori, adottare nuovi assetti, imparare nuove procedure, attuare nuovi comportamenti, sarà possibile. Fondamentale in questo processo è porre tutto il personale in condizioni di rispondere adeguatamente alle novità, di sentirsi parte di esse così come dell’azienda: soltanto in questo modo la partecipazione sarà sentita e il nuovo cammino non ostacolato. Se la cultura aziendale si fonda davvero su valori, visione e missione condivisi e fatti propri da ogni singolo membro dell’organizzazione, la sfida, di qualsiasi natura essa sia, potrà essere affrontata.

Identificare i valori su cui l’azienda si fonda, chiarire gli obiettivi che l’azienda intende raggiungere attraverso il lavoro dei dipendenti con un corretto piano comunicativo, promuovere talenti e fare in modo che i team leader conducano nelle nuove direzioni, sono i primi passi concreti verso la creazione o il mantenimento di una sana cultura aziendale.

La trasparenza, la correttezza, la comunicazione, il rispetto, l’affidabilità, l’integrità, l’onestà sono alla base di questo terreno dove le piante che germogliano sono le persone, il loro valore e il loro talento. L’ambiente lavorativo favorevole a tale sviluppo va curato, gestito affinché ogni necessità sia soddisfatta in maniera adeguata: una strategia vincente per aprirsi al nuovo.

La prima transizione da affrontare per molte aziende è passare dalla pratica del controllo alla pratica della fiducia, importante e urgente più che mai dall’avvento della pandemia che, come più volte sottolineato, in realtà ha soltanto accelerato processi già annunciati, pronti alla scintilla che avrebbe acceso il fuoco del cambiamento e aperto la strada al futuro.

Dalle attività di team building, alla formazione, alle riunioni periodiche in cui ci si confronta su innovazione, nuove tecnologie, nuovo modus operandi, sono diversi i passi e le best practice che si possono adottare per restare sul campo, con forza, solidità e competitività.

La competitività in particolare richiede che la cultura aziendale sia aperta, che mai contempli il fermarsi o adagiarsi su meccanismi e processi superati, su spiagge già battute, su lidi raggiunti e, seppur soddisfacenti, già attraversati. La visione di una sana cultura aziendale è un orizzonte a cui tendere continuamente, non è una meta, è il viaggio.

Scritto da Anna Minutillo


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