Il 30 settembre 2016 muore a Milano Bernardo Caprotti fondatore del marchio Esselunga tra i leader del settore della grande distribuzione.

Esselunga

Da circa un mese sui giornali compare la complessa vicenda riguardante il suo testamento, notizia che evidentemente aiuta ad aumentare le copie vendute ma allontana l’attenzione da chi era veramente quest’italiano di successo.

A 91 anni e non a 20 come la logica hitech vorrebbe, Caprotti incarna a tutto tondo l’esempio del leader moderno, dell’imprenditore 4.0 in grado di proiettare se stesso e la sua azienda nel presente ma anche nel futuro di un assetto economico mondiale sempre più instabile.

Caprotti fonda il suo successo su 4 pilastri universalmente riconosciuti dalla letteratura economica, semplici da comprendere ma ripidi da percorrere con continuità e perseveranza nell’Italia che, volente ma spesso nolente, si trasforma.

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Innovazione continua: Esselunga negli ultimi 20 anni ha introdotto molteplici innovazioni con cadenza regolare per acquisire la fiducia dei consumatori e renderla parte integrante della vita di tutti i giorni. Oggi siamo abituati a vedere le casse automatiche, i sistemi salva-tempo e le consegne a domicilio come qualcosa di ordinario senza pensare come l’industrializzazione dell’idea abbia permesso a migliaia e migliaia di persone di poter organizzare diversamente la propria quotidianità recuperando tempo, dimensione che oggi diventa sempre più preziosa.

La cadenza regolare con cui si sono presentate le innovazioni ha permesse a queste di permeare la vita delle persone senza rimanere semplici invenzioni.

Miglioramento continuo: le innovazioni una volta introdotte devono essere ottimizzate ed estese ad una platea sempre più grande. La logica del miglioramento continuo ha permesso di avere applicazioni sempre più veloci ed affidabili senza però stravolgerne gli elementi portanti con il rischio di creare fratture nella percezione dell’utilizzatore/consumatore finale.

Etica di business: per etica di business s’intende la capacità di garantire a se stessi in qualità di leader ma soprattutto alla propria azienda quel margine di guadagno necessario a giustificare gli sforzi ed i rischi che il modello imprenditoriale affronta quotidianamente e che sono la base per l’innovazione continua in termini di prodotto o in questo caso di servizio. Capita spesso, soprattutto in questo momento storico, di vedere come molte realtà accettino compromessi di guadagno per non mettere a rischio rapporti di partnership consolidati. E’ storia nota a tutti come Esselunga abbia temporaneamente estromesso importanti brand per non assecondare politiche dispotiche, malsane in una visione e gestione di lungo periodo.

Etica di relazione: il confine tra relazione e politica relazionale è molto sottile. La relazione infatti aiuta la gestione della negoziazione elemento cruciale nel mondo del business ed in generale  nel mondo  del commercio da migliaia di anni. La politica relazionale invece governa completamente la negoziazione dettandone i ritmi nonché i risultati. Il ruolo dell’etica è quello di aumentare la dimensione del confine garantendo una scelta di campo netta talvolta audace per la propria realtà industriale.

Caprotti ha guidato per tanti anni Esselunga in modo innovativo, migliorando continuamente attraverso un’etica di business relazionale incarnando quindi tout court l’imprenditore 4.0 i cui contorni vengono descritti oggi nelle prestigiose università occidentali.

Crediamo che quanto sopra sia il modo migliore per celebrare una delle tante forme di eccellenza italiana.


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