Quando si utilizza il termine “Organizzazione”, ci si può riferire in particolare a due concetti distinti che è utile analizzare al fine di comprendere molte dinamiche alla base del funzionamento di contesti d’impresa. Il primo concetto è quello di Istituzione Sociale, il secondo, invece, è quello di Atto dell’organizzare.

L’Istituzione Sociale

Per “Istituzione Sociale” si intende un’entità orientata al raggiungimento di specifici obiettivi alla quale partecipano due o più individui con compiti e ruoli differenziati. Essa può riferirsi a gruppi che possiedono caratteristiche e si sviluppano in contesti molto diversi tra loro (ONG, Associazioni, piccoli Team di lavoro, intere Business Unit, multinazionali o piccole start-up), accomunate dalla necessità di ottenere risultati grazie all’impegno di più persone al loro interno che, attraverso diverse mansioni, garantiscono efficacia ed efficienza.

L’Atto dell’organizzare

Per “Atto dell’organizzare” s’intende l’insieme delle azioni volte a stabilire definizione e distribuzione dei diversi compiti necessari al raggiungimento degli obiettivi comuni: la coordinazione vera e propria delle funzioni e dei ruoli all’interno di un gruppo. Un’organizzazione si può definire più, oppure meno, funzionale rispetto agli obiettivi che si pone in base alle modalità di divisone del lavoro stabilite e al tipo di coordinamento dello stesso.

La divisione del lavoro avviene in base al riconoscimento di attività specializzate rispetto ad attività meno specializzate e il coordinamento è una diretta conseguenza di tale operazione, con l’obiettivo di garantire l’allineamento tra loro sia delle attività svolte che rispetto agli obiettivi condivisi.

Analisi dell’Organizzazione

Sia nella prima accezione che nella seconda fin qui esposte, l’organizzazione è un contesto molto complesso e come tale va analizzato da più punti di vista.

Molto utile è considerarlo, in primo luogo, da diverse prospettive:

  • prospettiva di sistema, dove il sistema è inteso come l’insieme di regole, strumenti formali e pratiche manageriali volte a garantire funzionamento, efficacia ed efficienza all’organizzazione, nonché il raggiungimento dei suoi risultati. In base a questa prospettiva dunque l’organizzazione la si può progettare in maniera razionale, ottimizzando passi, processi e azioni rispetto agli obiettivi da perseguire.
  • prospettiva dell’attore, in base alla quale l’organizzazione è intesa come il risultato dei comportamenti e delle interazioni dei diversi attori che la compongono. Anche da questa prospettiva può essere utile definire regole e pratiche per indirizzare le attività, ma il risultato maggiore dipenderà fondamentalmente dalla complessa interdipendenza di comportamenti individuali e sociali che, in questo contesto, prevalgono rispetto a una sistematizzazione razionale tipica della prospettiva di sistema esposta al primo punto.

Comprendere appieno il concetto di organizzazione vuol dire adottare entrambe le prospettive che, nel tempo, hanno posto le basi per lo sviluppo delle diverse teorie sull’argomento. Intrecciare entrambi gli ambiti è fondamentale per comprendere che l’organizzazione è il risultato sia dei rapporti formali fra le varie figure che la compongono e, dunque il disegno dei ruoli rappresentato da un organigramma, sia dei rapporti e relazioni informali che le persone all’interno di quell’organigramma nella pratica instaurano.

Gestione di un’Organizzazione

Da un punto di vista pratico, cioè di gestione di un’organizzazione, l’analisi utile comprende ulteriori prospettive:

  • prospettiva manageriale, intesa come la serie di scelta fatte da chi dirige e coordina l’organizzazione con l’obiettivo di raggiungere determinati risultati. Essa si concentra sulle mansioni, la delega del potere decisionale, la responsabilità gerarchica e le funzioni senza però trascurare anche gli aspetti meno formali quali i diversi comportamenti degli individui.
  • prospettiva sociologica, intesa come focus sugli individui che compongono l’organizzazione e in particolare su come i loro comportamenti, le loro motivazioni, aspirazioni e azioni condizionano il funzionamento e le attività dell’organizzazione. L’obiettivo di questa prospettiva è la comprensione delle dinamiche sociali all’interno dell’organizzazione.
  • prospettiva politica, intesa come indagine sulle modalità di organizzazione dei diversi sistemi sociali servendosi delle organizzazioni quali strumenti per comprendere come gli individui e i gruppi di individui canalizzano reazioni e gestiscono conflitti, al fine di individuare modelli in grado di consentire alle élite di condizionarne i comportamenti. Secondo tale prospettiva, dunque, le organizzazioni sono mezzi per conquistare e indirizzare consenso, esercitare potere e distribuire ricchezza.

Da un punto di vista manageriale, tutte queste prospettive possono rivelarsi utili nella fase di progettazione di un’organizzazione perché consentono il raggiungimento dei seguenti fondamentali obiettivi in questo contesto:

  • la conoscenza del funzionamento delle organizzazioni con tutte le numerose variabili che ne possono condizionare il successo.
  • l’acquisizione degli strumenti per la comprensione delle criticità delle organizzazioni al fine di sviluppare possibili soluzioni alternative e risolutive.
  • l’apprendimento della progettazione vera e propria per utilizzare modalità e leve più opportune a gestire il cambiamento organizzativo.
  • la gestione dell’organizzazione stessa come strumento per guidare e indirizzare i propri collaboratori.

I suddetti obiettivi sono importanti perché se è vero che la macro progettazione e le strutture strategiche di un’organizzazione afferiscono al top management, dunque ai vertici dell’organizzazione, altre decisioni e configurazioni dipendono da livelli gerarchici differenti e competono a manager di diverse aree e unità di lavoro, dalle business unit a piccole unità operative, implicando in tali meccanismi, differenti livelli di delega e autonomia.

Alla luce di queste dinamiche, dunque, un manager deve essere un analista, un progettista e un leader, cioè deve essere in grado di visualizzare e considerare l’organizzazione che guida in tutta la complessità che le è propria, strutturarla in base a tali considerazioni e dunque indirizzarla verso gli obiettivi tenendo conto di tutto ciò che le precedenti due fasi implicano.

Scritto da Anna Minutillo


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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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