Il concetto di strategia è uguale per tutti?

Esiste un solo modo di pianificare la strategia?

Si cresce soltanto seguendo la strategia con una pianificazione ben precisa e modelli predefiniti?

Il periodo di crisi che abbiamo e stiamo ancora vivendo ha reso urgenti riflessioni che magari aleggiavano già e attendevano solo il momento giusto per essere finalmente affrontate sul serio. Quando si pensa alla strategia aziendale è molto facile pensare a schemi teorici validi in generale e di solito applicabili, forse, a grandi realtà che procedono in macrosistemi e contesti in cui più semplice, pare, è individuare quei parametri che aiutano ad orientarsi nell’applicazione di uno schema o di un altro. Quando si parla di PMI sappiamo già che il terreno su cu ci stiamo muovendo non ha confini netti e che ogni realtà, tanto più piccola essa è, tanto più si trova in balìa di numerosi fattori che, se da un lato rendono difficile applicarvi grandi teorie, dall’altro però la rendono molto più flessibile. Lo abbiamo toccato con mano in questi ultimi due anni: la flessibilità può essere garanzia di resilienza e sopravvivenza in momenti di forte incertezza e di eventi imprevisti e molto impattanti. In un contesto come quello delle piccole e medie imprese, rintracciare il percorso da intraprendere è una sfida che deve necessariamente essere proiettata su più piani. Il primo è l’approccio dell’imprenditore perché sappiamo bene quanto in queste realtà la sua personalità conti e faccia la differenza. Non basta, ad esempio, stabilire la stagnazione o la prosperità del mercato di riferimento per calcolare se sia possibile rischiare o meno: bisogna confrontarsi con la propensione dell’imprenditore a farlo e intrecciarla con i più o meno oggettivi fattori di rischio del mercato. A volte l’imprenditore ha bisogno di cambiare prospettiva e a volte, invece, è la sua intuizione a giocare un ruolo fondamentale: esistono casi di successo derivati dall’una o dall’altra situazione. Per capire caso per caso e momento per momento, utile è sicuramente un’attenta analisi di ciò che circonda la realtà produttiva in questione, una scrupolosa lettura di alcuni dati e la correlazione tra essi e le caratteristiche aziendali, senza tralasciare l’importanza e, anzi, la centralità del cliente. La consapevolezza che senza il cliente l’azienda farebbe fatica deve essere ben radicata nel valutare la strategia da seguire: un’attenta analisi e un costante monitoraggio delle caratteristiche dei clienti, indentificate sulle loro richieste, sulle loro esigenze e sulle loro preferenze, porta almeno a due vantaggi essenziali quali progettazione e realizzazione di un prodotto (o servizio) che avrà notevoli possibilità di soddisfare le richieste e, di conseguenza, fiducia e fidelizzazione di un certo target di clientela attraverso un’immagine e un’identificazione del brand ben distinguibile.

Da qui si possono rintracciare almeno 4 punti su cui lavorare a una traccia di strategia dalla quale poi ogni PMI può delineare la propria:

  1. Decidere di cambiare approccio smantellando la cristallizzazione di comportamenti e dinamiche che non rendono più possibile la crescita
  2.  Leggere i dati e analizzarli nel proprio contesto
  3.  Seguire ciò che da tale analisi viene indicato, chiudendo l’epoca del “provare” o l’onda del momento
  4.  Spostare la prospettiva ponendo al centro il cliente: sarà il cliente a suggerire, per poi coltivarla, la nostra specificità

Può sembrare semplice pensare a un approccio di questo tipo, ma in realtà per poterlo davvero attuare o anche solo concepire risulta ancora necessario lavorare molto sulla cultura aziendale che, come si è già detto, parte dalla mentalità dell’imprenditore e, quindi, anche dall’organizzazione interna. Un altro passaggio importante, infatti, è quello di rendere partecipi tutti gli attori coinvolti nell’eventuale cambio di approccio e nella realizzazione dello stesso, instaurando un clima di confronto e di scambio dove chiari siano gli obiettivi da raggiungere ma, soprattutto, le implicazioni che essi comportano da più parti dell’organizzazione per essere davvero perseguibili. Da qui nasce anche l’esigenza di definire competenze e risorse a disposizione per meglio individuare anche le reali e diverse opportunità di raggiungere i suddetti obiettivi. Nel momento in cui i diversi aspetti e passi fin qui delineati possono procedere all’unisono si è creato un valore, anzi, il valore di tutta la realtà aziendale.

C’è un passo, però, che a volte è necessario prima di attuare questa strategia di ricerca della propria strategia: saper riconoscere quando si ha bisogno di un professionista che meglio e più obiettivamente può individuare gli aspetti su cui lavorare in maniera più approfondita.

Le PMI in contesti scivolosi, ibridi, liquidi, devono poter contare sulla forza e il coraggio del cambiamento, quando si rivela necessario, perché a volte è su di esso che si fonda la resilienza.

Scritto da Anna Minutillo

Photo by Pixabay


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