Il nostro lavoro di consulenza ci porta a conoscere diverse realtà aziendali, diverse strutture organizzative e diversi approcci e culture del fare impresa, e ciò che spesso rileviamo come comune denominatore è la complessità/resistenza iniziale al cambiamento.

Il nostro ruolo è inevitabilmente portatore di cambiamento, più o meno dirompente, ma sicuramente impattante su molti aspetti dell’organizzazione aziendale e c’è sempre una fase in cui, prima di mettere in atto la strategia vera e propria per la quale siamo stati chiamati, bisogna trovare il canale comunicativo e gli interlocutori adatti al fine di predisporre ambiente e operatori ad essa.

Negi ultimi anni è stato, ed è tuttora, la trasformazione digitale il fenomeno che più di ogni altro sta costringendo le aziende a misurarsi con il nuovo, ad analizzare e valutare processi, consuetudini, ruoli, funzioni in relazione all’introduzione delle tecnologie abilitanti il paradigma 4.0.

Questo è il contesto che presenta come inevitabile, anzi fondamentale, il rapporto tra Trasformazione Digitale e Change Management.

Trasformazione Digitale e Change Management

La Trasformazione Digitale non è semplicemente l’adozione di nuove tecnologie e strumenti, ma implica un ambiente, una mentalità e una cultura che sappiano accogliere la nuova struttura organizzativa necessaria alla loro efficace implementazione.

Il Change Management, letteralmente “Gestione del Cambiamento”, è un percorso strutturato che accompagna l’azienda nella transizione da ciò che è stata fino a quel momento verso ciò che diventerà.

Esso prepara l’intera organizzazione ad affrontare il cambiamento al fine di poterlo accettare e attuare in maniera adeguata, il più possibile priva di timori e/o insicurezze, vincendone dunque la naturale resistenza.

Introdurre nuovi strumenti e tecnologie, infatti, comporta:

  • un primo passo verso la conoscenza di essi, la consapevolezza del perché e come essi devono venire introdotti e adottati;
  • un secondo passo verso l’apprendimento del loro funzionamento (formazione);
  • un terzo verso la capacità di utilizzarli adeguatamente (competenze).

Si tratta di cambiare, in molti casi, il proprio metodo di lavoro, imparando altre attività, organizzandosi in maniera differente, impostando nuovi parametri operativi e comunicativi ed è per questo che il   coinvolgimento attivo delle persone interessate al cambiamento è un elemento imprescindibile in un percorso di Trasformazione Digitale.

Il rapporto tra Change Management e Trasformazione Digitale trova fondamento nella consapevolezza che le nuove tecnologie e i nuovi strumenti digitali da soli non bastano a costruire innovazione e crescere: occorre un approccio olistico che coinvolga l’organizzazione tutta affinché essa si adoperi a modificare il proprio mindset, aprendosi a nuove sfide, interlocutori e interazioni.

I pilastri del Change Management

Per comprendere meglio come il Change Mangement può supportare il processo di Trasformazione Digitale, è bene conoscere quali sono i 4 pilastri su cui si basa:

  1. People (Persone): approccio mirante e a porre l’utente al centro, portandolo a comprendere l’importanza di un cambiamento di mindset attraverso azioni mirate; la leadership in questo senso è portata a comunicare la vision aziendale attraverso coinvolgimento attivo dei dipendenti e delega delle responsabilità;
  2. Process (Processi): approccio mirante ad analizzare e costruire i processi in chiave digitale, moderna ed efficace, rivedendo pratiche e flussi di lavoro in ottica di semplificazione, automazione ed efficienza;
  3. Platform (Piattaforme): approccio mirante all’introduzione vera e propria di strumenti digitali che supportino la produttività e, al tempo stesso, garantiscano un’ottima integrazione con i processi aziendali e le abitudini dei dipendenti in modo da ottenere una transizione meno soggetta a resistenze;
  4. Place (Luoghi): approccio mirante alla creazione di luoghi e postazioni di lavoro che facilitino le nuove consuetudini, ambienti flessibili, stimolanti, comunicativi e collaborativi.

Queste quattro dimensioni entro le quali si sviluppa un progetto di Change Management realizzano appieno la prospettiva olistica necessaria alla nascita e sviluppo del cambiamento culturale di un’azienda, fondamentale quest’ultimo, all’efficacia del percorso di Trasformazione Digitale.

Dalla teoria alla pratica

Ma come mettere in atto davvero le basi teoriche fin qui analizzate?

Esistono alcune strategie che possono facilitare il superamento della resistenza al cambiamento:

  • Comunicazione: saper trasmettere il progetto e le informazioni ad esso relative a tutte le parti interessate, in maniera efficace, chiara e completa, così da ottenerne pieno coinvolgimento;
  • Monitoraggio: controllare e valutare tutte le implicazioni del progetto, dagli indicatori quantitativi (costi, tempi e risultati di business) a quelli qualitativi quali il coinvolgimento del personale (raccolta feedback) e le azioni necessarie al cambiamento;
  • Valorizzazione delle persone “influenti”: dare molta importanza alle persone più ascoltate all’interno dell’organizzazione affinché possano fungere da messaggeri del cambiamento e influenzare così in maniera positiva tutti gli altri;
  • Lavoro di leadership: coinvolgere e attivare maggiormente i leader di gruppo con compiti e azioni specifiche volte al cambiamento.

Ognuno di questi passaggi può essere facilitato da una figura di coordinamento esterno, quale il consulente, che avrà la capacità e le possibilità di creare un quadro generale dell’organizzazione e, comprendendone le dinamiche, potrà agire su di esse, e attraverso di esse, per raggiungere lo scopo.

Un altro interessante aspetto del rapporto tra Change Management e Trasformazione Digitale, meno visibile immediatamente, ma tangibile con il tempo, è l’apporto che la Trasformazione Digitale può dare al Change Management, invertendo le dinamiche fin qui descritte. Se infatti occorre un cambiamento di mentalità, cultura e ambiente per intraprendere un percorso di innovazione tecnologica, per il quale il Change Management è fondamentale, è altrettanto vero che, una volta introdotti i primi strumenti e le prime pratiche in questo senso, viene più semplice pensare diversamente, acquisire e attuare abitudini e funzioni derivanti dall’utilizzo di essi perché tale utilizzo facilita il lavoro, la collaborazione e la condivisione, velocizzando e snellendo la produttività, concretizzando premesse e promesse del cambiamento e dell’innovazione.

Scritto da Anna Minutillo

Foto di Brett Jordan su Unsplash


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